giovedì 21 ottobre 2010

David Lynch (2): L'idea lo sa.


La forma che incarna ciò che è apparso nella coscienza:
è questo ciò che deve essere serbato all'interno della coscienza.
UPANISAD


L'idea è tutto. Non tradirla e ti darà tutto ciò che c'è da sapere sul serio. Basta che continui a impegnarti perché il risultato abbia lo stesso aspetto, la stessa atmosfera, gli stessi suoni e sia preciso e identico all'idea. E' strano, quando ti allontani dal percorso, in qualche modo lo sai. Capisci che stai facendo qualcosa di sbagliato, perché lo senti. Una vocina ti di "No, non ci siamo, l'idea ti ha forse detto che deve essere così?". Quando ingrani la marcia giusta, lo senti. E' questione di intuito: ti apri la strada usando ora la ragione, ora le sensazioni. Parti da un punto preciso e mentre procedi tutto entra sempre più in sintonia con l'idea. E' questa, però, che ti guida fin dall'inizio. A un certo punto, senti che il lavoro va bene. E speri che lo sentano un po anche gli alti.
Talvolta entro in un set costruito seguendo un'idea e per una frazione di secondo penso di essere proprio dentro all'idea stessa. E' la fine del mondo. Spesso però non sei tu a costruire il set, trovi un'ambientazione esterna che senti adatta, in funzione all'idea. Puoi modificarla in centinaia di modi per renderla più aderente all'idea. Per esempio, puoi aggiustare gli accessori scenici e l'illuminazione. La luce infatti può giocare un ruolo fondamentale. Basta che continui a impegnarti a fondo, finché sentirai che l'ambientazione è adatta, in funzione dell'idea. Se presti attenzione a tutti gli elementi che turbinano intorno a te, ecco che, proprio alla fine, sarai sorpreso da quanto il risultato si avvicinerà all'illuminazione iniziale.
In corso d'opera, però possono arrivare anche nuove idee. E un film non è finito finché non è finito, quindi stai sempre in guardia. Talvolta si verificano incidenti piacevoli. Può anche darsi che siano gli ultimi tasselli del puzzle quelli che consentono al film di acquisire coerenza. Ti senti così grato: "Come diavolo è potuto succedere?".
Durante la realizzazione di Velluto blu, stavamo girando una scena nell'appartamento di Ben, uno dei personaggi, interpretato da Dean Stockwell. A un certo punto, Dean doveva cantare In dreams di Roy Orbinson. O meglio, doveva cantare in playback rivolgendosi a Dennis Hopper. Il copione prevedeva che sollevasse una piccola lampada poggiata su un tavolino per usarla come microfono.
Invece, proprio di fronte a lui, sul set - e la scenografa, Patrica Norris, disse di non averla messa lì - c'era questa lampada da lavoro.Aveva un filo lungo e la lampadina era nascosta al pubblico, ma illuminava il volto di Dean. Lui l'afferrò in fretta e furia. Pensava che fosse messa li apposta per lui. Ne succedono tantissimi di questi incidenti.
Talvolta si verificano invece incidenti spiacevoli, ma devi conviverci comunque. Riadattando. Disfandoti di questo, di quello e di quell'altro ancora. Se però presti attenzione all'idea iniziale, rimanendole fedele, è incredibile come persino gli incidenti di percorso si rivelino alla fine positivi. Fedeli all'idea.


David Lynch, In acque profonde, meditazione e creatività, 2008.
Edito da Mondadori.

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