giovedì 18 novembre 2010

Una vita tranquilla

di Roberto Mazzarelli



Mi è sembrato vagamente di capire dai commenti dei giornalisti e anche di alcune persone che conosco, un certo malcontento sul film di Cupellini, Una vita tranquilla. Pare che il film sia una sorta di variazione sul tema di Le conseguenze dell'amore di Paolo Sorrentino. Ammetto di essere caduto anche io in tentazione. Non sono pochi gli elementi in comune tra i due film. Poi diciamolo per alcuni di noi Toni Servillo è e sarà sempre Titta Di Girolamo (per chi non lo sapesse protagonista del film Le conseguenze dell'amore).
Questa mia convinzione è rimasta invariata per qualche giorno. Poi il caso ha voluto che Rete 4 ha trasmesso il film di Sorrentino in seconda serata e per la centesima volta ho deciso di rivedermi quello che per me è uno dei film più belli degli ultimi dieci anni del cinema italiano.
Rivedendo Le Conseguenze dell'Amore, ho provato a fare un ragionamento inverso. Ho cercato di accomunarlo a Una Vita Tranquilla di Cupellini. Ed ecco l'illuminazione disincantata. I due film hanno alla base un concetto di base capovolto. Da una parte la volontà di vivere una vita tranquilla, dall'altra vivere una vita apparentemente tranquilla. C'è chi continua a fuggire, chi invece deve rimanere all'estero per obbligo e volontà di terzi. L'unica cosa che accomuna Rosario e Titta (Servillo e Servillo) è la gabbia chiamata Camorra il che per entrambi equivale dire passato irremovibile.
Ciò che contraddistingue anche i due personaggi è l'epilogo. Titta Di Girolamo nel suo atto estremo e di ribellione ci appare come un eroe, colui che si prende la responsabilità morale di essere una vittima sacrificale, in nome e per conto dell'amore. Qui l'unica fuga possibile è la morte.
Mentre Rosario Russo è principalmente un debole o meglio un eterno codardo. Non è ne un eroe e né una vittima sacrificale. E' semplicemente un uomo che sfugge sia alla vita e sia alla morte. La sua è una consapevolezza forte, sa che affrontare il passato equivale a non poter vivere più un futuro. Vivere una vita tranquilla significa quindi vivere in un limbo.
Nel film di Cupellini, anche l'amore assume un ruolo differente. Manca qualsiasi conseguenza dell'amore. Rosario è costretto a fuggire anche da quello, non è solo un codardo, ma anche un'egoista. Fuggire dalla morte significa sacrificare prima di tutto chi ti sta accanto.
In questo trovo che ci sia un'ulteriore livello di differenza tra i due film in questione. Titta Di Giralomo non è stato costretto a fuggire dalla sua famiglia, è stato costretto ad abbandonare i suoi figli e sua moglie. Rosario Russo invece è lui stesso a voler abbandonare la sua famiglia, lo fa per ben due volte. Sia con la famiglia italiana e sia con la famiglia tedesca. Fuggire significa quindi fuggire da se stessi e dalla propria identità. Una vita nuova, e se tutto va bene sarà una vita tranquilla, con la consapevolezza che il passato è sempre alle porte.
In ogni caso Una Vita Tranquilla è un bel film che vale la pena di vedere. Il cinema italiano di cui si sente estremamente l'esigenza.


3 commenti:

  1. Sono d'accordo, vedendo il film e riflettendo sulla figura di Rosario mi è venuto in mente un altro personaggio interpretato da Servillo, il Tony Pisapia dell' Uomo in più di Sorrentino. Prende la vita di spalle, dice di uno della sua band. Ecco, Rosario (alias Michele...) è uno un po' così.

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  2. Concordo anche io

    Franc72

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  3. Ottima lettura dei due film e il parallelo andava fatto, concordo in pieno

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