lunedì 26 aprile 2010

Teoria della visione in Flash of Genius


Flash of Genius, opera prima di March Abraham ha un pregio. E' un film non teorico, ma che richiama indirettamente ad una delle teorie più controverse dell' estetica cinematografica: la visione. Intesa come punto di vista, o meglio come visione cinematografica. Una visione che può essere oggettiva, soggettiva, o più in generale la visione del fantasma cinema che è appunto la macchina da presa, che è a sua volta l'occhio meccanico del cameraman, colui che si presta a manovrare l'occhio supremo, che è quello del regista, unico punto di vista possibile nel cinema, anche quando ci viene mostrato lo sguardo del personaggio (a sua volta sostituito da quello dell'attore) attraverso una soggettività che ri-diventa quella del regista-autore.

Proprio di recente, durante il montaggio di un mio film, mi è stato consigliato di leggere un libro, (che ammetto di non aver ancora letto), In un batter d'occhio del montatore coppoliano Walter Murch. Il montatore di Apocalipse Now, spiegherebbe come anche nella vita, e quindi non solo nel cinema, esisterebbe una sorta di montaggio visivo. L'occhio umano, come viene spiegato anche in Flash of Genius, sbatterebbe le palpebre almeno ogni 3-4 secondi, per questioni puramente lubrificanti. Ogni volta che la palpebra sbatte, noi creiamo uno stacco di montaggio. Osservate attentamente, ogni volta che la palpebra si chiude e poi si riapre, di fronte a noi l'inquadratura sembra essere cambiata, non più concentrata sull'immagine passata, ma ora incentrata su un dettaglio, ora posizionata su una panoramica e così via.

Provate ad immaginare ad un uomo, e questo uomo ha un nome, Robert Kearns (protagonista di Flash of Genius), una persona realmente esistita. Robert Kearns è stato l'inventore del tergicristallo ad intermittenza o meglio tergicristallo batter d'occhio. L'invenzione del tergicristallo si rifà, secondo quando detto dallo stesso Kearns, proprio dall'osservazione dello sbattimento delle palpebre oculari.

Secondo quanto detto potremmo dedurre che il parabrezza è l'occhio e il tergicristallo la palpebra. Se provassimo a leggere questa metafora in maniera cinematografica potremmo dedurre che il parabrezza è la macchina da presa e il tergicristallo è lo stacco di montaggio. Ma la cosa più sorprendente è la natura meta-cinematografica del parabrezza, non solo occhio, ma a sua volta cinema o meglio schermo in cui si proiettano le immagini provenienti dall'esterno della vettura e se vogliamo andare oltre, il parabrezza è un cinema nel cinema: quando esso viene ripreso a sua volta da un altro occhio che è quello della macchina da presa.

Post Scriptum: Greg Kinnear è un grandissimo attore, forse uno dei migliori in circolazione. Questo film ne è la prova, ma se non ci credete, vedete anche Qualcosa è cambiato di James L. Brooks e poi ne riparliamo.

Roberto Mazzarelli

2 commenti:

  1. Cercherò di vedere entrambi i film da te consigliati e poi ti farò sapere....

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  2. Hai ragione ho provato ad osservare ciò che succede quando sbatto le palpebre...l'inquadratura cambia. Grande Roberto.

    Michele

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