Azzardo ma credo che District 9, di Neill Blomkamp, sia uno dei film più sopravvalutati di quest'ottima annata cinematografica. E' vero quanto dice il critico Mauro Gervasini "che di mokumentary girati in pseudo presa-diretta, a metà tra il reportage e il film sperimentale, ne abbiamo già visti troppi, e Diary of the Dead di Romero ha ormai detto parole definitive sul filone".
Parliamoci chiaro District 9 ha il suo difetto più grande in quello che sembra il suo punto di forza, ovvero la produzione "del signore degli anelli" Peter Jackson. L'intento apertamente politico, di grande interesse, svanisce dopo la prima mezz'ora del film. Per tutto il resto domina l'effetto speciale ed una sceneggiatura imbarazzante (un misto tra La mosca di Cronenberg e una versione aliena dei Transformers). In questo senso District 9 è uno dei tanti film commerciali di grande godimento, una delle tante versioni e re-visioni di Indipendence Day di Roland Emmerich.
Ma vale la pena andarsi a vedere la genesi del film, ovvero Alive in Joburg un cortometraggio del 2005 dello stesso Neil Blomkamp. Il tema centrale è lo stesso, ma in questo caso l'elemento politico è dominante. Sono abbastanza i sei minuti del cortometraggio per annientare il "jacksoniano" District 9.
Roberto Mazzarelli
Bello!
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